Tecne90 ha aderito alla VI edizione del progetto Eureka sui dottorati industriali, promosso dalla Regione Marche per l’anno accademico 2017/18, ospitando per tre anni il progetto di ricerca della dott.ssa Giulia Sacchetti, dottoranda presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, I fattori abilitanti dell’industria 4.0: il ruolo dei dottorati industriali nel raccordo tra impresa e università.

«Aggiornare nell’ottica dell’Industria 4.0 e promuovere la cooperazione tra sistema universitario e produttivo, nella convinzione che l’innovazione e la ricerca siano un motore trainante dello sviluppo economico nazionale – ha affermato Carlo Rogante, tutor aziendale e responsabile dell’ufficio commerciale – sono due fronti che vedono sempre più impegnata la nostra realtà. L’esigenza di Tecne90 di integrare e interconnettere nel proprio processo di industrializzazione nuove tecnologie e sistemi di gestione e produzione, e allo stesso tempo la necessità di dotare l’azienda di una nuova figura professionale, il giurista d’impresa – continua – ci ha spinti ad aderire al programma Eureka e a credere nel progetto della dott.ssa Sacchetti».

Il progetto Eureka è un intervento della Regione Marche nell’ambito del piano POR Marche FSE 2014/20, che istituisce percorsi di dottorato da realizzarsi per il 50% in azienda, con la collaborazione di istituzioni, imprese e università operanti nel territorio marchigiano. In particolare, il programma è volto a sostenere l’occupazione giovanile e il capitale umano, e a favorire un percorso formativo trasversale, dove le storie di giovani ricercatori si intrecciano con l’esperienza di personalità accademiche e imprenditoriali, secondo una logica di arricchimento e scambio reciproci.

«I dottorati a caratterizzazione industriale – ha scritto Michele Tiraboschi, Professore Ordinario di diritto del lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, sulla rivista «Adapt» – sono innovativi percorsi di alta formazione universitaria, una nuova tipologia di dottorato orientato alla collaborazione con le imprese e alla maggiore soddisfazione dei fabbisogni professionali del mercato del lavoro». Diretti a valorizzare il lavoro di ricerca in azienda e a promuovere il trasferimento di competenze ad alto contenuto professionale, i dottorati industriali sviluppano potenzialità innovative tanto nel fare ricerca che impresa. Per quel che riguarda le aziende, essi consentono al tessuto economico di accedere alla rete della ricerca accademica, di intercettare le opportunità che questa offre per l’innovazione e lo sviluppo della cultura d’impresa, e di costruire un network di relazioni con associazioni di categoria e start up fino alla creazione di cluster industriali per il trasferimento di competenze relativamente alle tecnologie dell’Industria 4.0 e il supporto all’ideazione e sperimentazione di progetti specifici.

«Sebbene con un po’ di ritardo rispetto a quanto avvenuto in altri paesi dell’area OECD – sostiene la dott.ssa Sacchetti – anche in Italia si è iniziato a parlare di Industria 4.0 per indicare gli effetti di una profonda innovazione, tanto nei processi industriali manifatturieri quanto nei mercati dei prodotti e dei servizi, dopo la capillare diffusione di internet. Nel 2016 il Ministero dello sviluppo economico ha varato un Piano nazionale Industria 4.0 volto ad agevolare le imprese nel cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale. Gli strumenti utilizzati dal legislatore – continua la ricercatrice – comprendono super-ammortamenti e credito d’imposta relativamente all’acquisto di tecnologie e all’assunzione di personale impiegato in attività di ricerca e sviluppo, a investimenti innovativi, acceleratori d’impresa, industrializzazione di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico, infrastrutture di rete, startup, contratti di sviluppo per il potenziamento di cluster e la diffusione dei dottorati industriali, forme di raccordo tra impresa, università e istituti tecnici superiori per la formazione di nuove competenze legate ai nuovi mestieri».

Secondo la studiosa, andrebbe sistemata una cornice regolamentare che prevenga le distorsioni e raccolga le opportunità di cambiamento, particolarmente per quel che riguarda le conseguenze più immediate della introduzione delle tecnologie di nuova generazione nei processi di produzione e nei servizi. «Il contributo che la scienza giuridica può dare rispetto all’obiettivo di governare e indirizzare verso esiti sostenibili e positivi l’imponente innovazione tecnologica in atto nell’ economia e nella società – conclude – è grande. Si pensi al sempre più marcato disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, che impone un ripensamento normativo e istituzionale del paradigma educativo, dell’istruzione e formazione professionale e del relativo raccordo con il sistema produttivo».

Link utili:
http://www.regione.marche.it/Entra-in-Regione/Fondi-Europei/FSE/Programma-operativo-Por-FSE

www.uniurb.it/studiaconnoi/formazione-continua-e-abilitazione/dottorati-di-ricerca/eureka-borse-di-dottorato-di-ricerca-perinnovazione

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/industria40

Per il pdf dell’articolo di Michele Tiraboschi, Dottorati industriali, apprendistato per la ricerca, formazione in ambiente di lavoro. Il caso italiano nel contesto internazionale e comparato

moodle.adaptland.it/mod/book/view.php?id=11665&chapterid=170